Quasi tutti diranno di no!!!
Secondo me si, per vari motivi, purtroppo troppo spesso nasce dal fatto che è più facile insegnare una pagaiata che capire come e cosa insegnare e sopratutto quando?
Forse alcuni alla fine cambieranno idea dopo aver letto questo articolo, che vuole essere solo un pretesto un modo per scrivere alcune informazioni utili e condividere alcune esperienze. Sia che si parli di canoa, rafting soccorso o altro... prenderò la canoa come esempio ma solo per facilità di esposizione.
Mi sono fatto alcune domande alle quali oggi vorrei dare alcune risposte e andare oltre la superficie dell'acqua andando a scoprire che mondi si nascondono nelle zone che noi non vediamo ma che non vuol dire che non esistano.
La tecnica in canoa che cosa è?
1 Un qualcosa per poter affrontare difficoltà oggettive e soggettive?.
2 Un'esigenza per superare una certa difficoltà?
Per anni durante la mia attività di maestro ho sempre usato la tecnica scegliendo l'opzione 1.
Ovvero insegnare ai miei allievi molta tecnica per dare soluzioni ai vari problemi. Più diventavo bravo più capivo in anticipo cosa avrebbero sbagliato e di conseguenza insegnavo la giusta tecnica con i giusti passaggi. Cosicché la persona che si affidava a me come maestro, poteva trovare risposte ancora prima delle domande e io mi concentravo perchè non avesse mai dei vuoti formativi, anticipando e spiegando tutto prima che il canoista comprendesse il perchè!!
Risultati discreti spesso buoni che mi facevano dire che la strada percorsa era giusta.
Da anni dopo vari studi e ricerche ho deciso di cambiare modo didattico. Forse meno commerciale e ovattato ma a parere mio più efficace.
Troppo spesso vedo sempre più canoisti soccorritori etc.. che hanno buone capacità tecniche ma che quando li guardo vedo dei grossi vuoti formativi. E quando chiede il perchè di alcuni gesti tecnici non sanno cosa rispondere.
La domanda nasce spontanea perchè un canoista che naviga fiumi difficili non sa fare alcune cose, perchè non sente l'acqua, perchè non riesce a fare esercizi banali??
La risposta del perchè sono ancora in fase di ricerca. Ho varie tesi.
La predominante è quella che gli istruttori sono più attenti ad insegnare la tecnica che far sentire l'acqua. Forse perchè anche loro non sanno cosa vuol dire scendere con il fiume. I risultati mi spingono a scrivere che la direzione presa in questi anni sia un qualcosa che valga almeno la pena di leggere e farsi delle domande.
Partiamo.
Sarò abbastanza riassuntivo e sbrigativo nello spiegare il concetto.
Immaginiamo di essere un canoista che sta imparando e io come docente gli insegno a pagaiare in avanti poi spiego la pagata circolare cosicché il mio canoista possa andare dritto subito e velocemente.
Questo sistema può essere buono ma ho notato più crescita in questo altro modo:
Canoista principianti gli dico vai da solo mentre io ti segue da dietro e andiamo per 200 metri.
Lui chiaramente è spaesato e fa molta fatica sia per avanzare dritto che per girare la canoa.
Ad un certo punto:
- o il principiante mi chiede come poter andare dritto perchè la canoa gira.
- se non mi fa la domanda sono io che ad un certo momento gli chiedo come mai vai storto?
Solo in quel momento gli spiego la pagata avanti. Solo quando nasce un'esigenza.
Passo successivo
la canoa continua a girare ad un certo punto e lui mi chiede come può fare?
Ecco da qui si instaura un rapporto con il docente ma sopratutto si instaura un rapporto tra canoa, pala, acqua, testa.
Lui per avere le domande giuste deve ascoltarsi, e solo quando ha una necessità io gli do alcune risposte.
Questo vale per i traghetti, per tecniche più evolute etc..
Questo vale anche nel soccorso.
Questo sistema sfrutta non solo la parte di stress delle persone. Infatti l'apprendimento migliore passa sotto uno stress positivo, ma anche perchè il fiume darà a loro delle risposte quando vanno bene e quando vanno male. Io non sarò il docente io sarò quello che codifica i messaggi che l'acqua da al principiante. Ma solo se il canoista sentirà quello che l'acqua vuole dirgli.
In questo modo non solo apprenderanno più velocemente perchè frutto di esperienze, ma sopratutto faranno esperienze anche negative. Ovvero quando insegnerò i traghetti, non spiegando nulla all'inizio faranno bagni, e questo per me è ottimo perchè impareranno ad uscire dalla canoa e impareranno a nuotare in fiume etc.. Insomma faranno esperienze che poi quando saranno canoisti bravi e si ritroveranno a nuotare avranno già delle risposte utili per uscire dalle rapide.
Mi chiederanno come mai la corrente li gira verso valle quando escono in corrente e allora spiegherò loro l'angolo migliore.
Noto però troppo spesso una corrente di pensiero a me lontana dove i principianti imparano subito tutto.
Si nsegnano gli eskimi subito, si danno più risposte senza che le persone sbaglino. Grazie alla tecnica e ai maestri sempre più bravi, potranno trovarsi ad andare in canoa senza mai essersi chiesto, ma cosa mi serve l'aggancio?
Me l'hanno spiegato e quindi lo faccio.
Tutto questo porta a canoisti sordi a livello sensoriale, con una crescita veloce all'inizio ma che purtroppo non darà le basi per diventare un buon canoista.
Si vedono sempre più canoisti tecnicamente bravi ma senza sensibilità o anno colpi senza senso.
Ma dove sta il problema??
Beh il vero problema è che molti canoisti non si accorgono dei gap formativi. Trovandosi poi su quarti e quinti gradi a scoprire che solo la tecnica non basta, e che la sensibilità destrezza e velocità di reazione fanno la differenza. Tutte cose che avrebbero dovute lavorare all'inizio in un laghetto e non scoprire i deficit in un 5 grado.
E' come un canoista che grazie alla tecnica non nuota mai, ma quando nuoterà si troverà in un fiume senza esperienza.
Ecco perchè il titolo "La tecnica in canoa un pericolo?"
Io sto svolgendo 2 corsi di canoa.
Con un corso di principianti ho lavorato proprio nel modo che vi dicevo prima. Spiegavo solo quando veniva fatta una domanda per riuscire a migliorare. Risultato 5 lezioni da 2 ore alla fine abbiamo navigato un tratto di 3 grado fermandoci in morta e riuscendo a fare traghetti in tratti anche abbastanza difficili.
Secondo corso. Canoista brava, così brava che le hanno dato tutte le risposte senza però che avesse le domande. Risultato:
Paura dell'acqua, poca sensibilità, zero lettura del fiume, poca capacità tecnica quando la paura ha il sopravvento.
Ma soprattuto così brava tecnicamente che non ha mai dovuto affrontare situazioni come un bagno in rapida. Il che l'ha portata ad avere sempre più paura immaginando mostri in acqua.
Qui la tecnica serve a poco qui bisognava fare un percorso di gestione dello stress in acqua, farla nuotare in acqua, farle vivere il fiume, e facendole sentire come l'acqua la vuole cullare e non far male.
Ma questo è difficile oggi. Bisognava farlo all'inizio della sua carriera. Perchè vuol direche oggi dal quarto grado bisogna lavorare su un secondo per garantirle sicurezza ma così facendo lei sarà rilassata e non così efficace la formazione.
Ecco perchè è importante non saltare i corretti passi formativi con i tempi giusti.
Perché riparare è molto più difficile che costruire.
Ecco l'importanza di affidarsi ai professionisti della canoa, del soccorso e in tutti i campi. I principianti spesso perchè sono principianti vengono dati in mano a persone con zero capacità che in 3 giorni sono diventati istruttori. Il principiante dovrebbe avere la massima formazione possibile perchè le fondamenta se non sono buone poi il castello crolla e spesso fa danni.