PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI NELLE ATTIVITÀ RICREATIVE DEL KAYAK E NEL RAFTING

immagini Rescue Project 8

 Il fascino della montagna e dei suoi ambienti risulta essere sempre molto attraente sia d’estate che d’inverno. È sempre più diffusa la pratica dello sport fluviale tutto l’anno.

Tra le tante attività sportive e ricreative che si possono sviluppare, la navigazione di torrenti e fiumi con canoe di vario genere, il kayak ed il gommone (raft) in particolare, attira sempre più appassionati ed esperti di queste discipline.

Dai pendii scorrono veloci e impetuose masse d’acqua, i torrenti, fino a giungere a valle nei tratti fluviali apparentemente meno pericolosi.

Il fondale muta continuamente, sassi, rocce, tronchi sono i principali pericoli che si trovano sott’acqua.

Questi poi possono generare tra loro buchi, salti, rulli, nicchie e sifoni vere trappole mortali.

Inoltre un impatto dell’imbarcazione, un ribaltamento, una caduta in acqua possono causare traumatismi di vario genere. Incastrarsi, specie con i piedi è molto facile.

Resistere alla forza di spinta dell’acqua e praticamente impossibile da vincerla.

Inoltre la temperatura dell’acqua generalmente con gradazione bassa (8-10°C ) rispetto la temperatura corporea normale (36.5-37.5°C) o dal corpo surriscaldato dall’intensa attività fisica, in caso di caduta in acqua può determinare un improvviso sbalzo termico ( idrocuzione ) e determinare l’abbassament
o rapido della temperatura (ipotermia) specie se non protetti da adeguato abbigliamento di protezione.

Crampi muscolari, difficoltà nel muoversi, difficoltà di galleggiamento, obnubilamento del sensorio, perdita di coscienza, annegamento fino a giungere all’arresto cardiaco sono situazioni che quotidianamente possono verificarsi.

Non si può affrontare l’ambiente fluviale con superficialità e considerarla solamente una “discesa” o una “gita di piacere”.

A volte capita di scendere in torrente in solitaria o in compagnia attraverso una scarsa o inesistente pianificazione del percorso, punti sosta, attracchi di emergenza, sia in termini di corretta navigazione sia in termini di emergenza (chi e come intervenire).

Infatti spesso si vede il gruppo sfaldarsi e questo aumenta i rischi in caso di reale necessità sia per problemi di essere in difficoltà in modo solitario( il ribaltamento è il più frequente dei casi ) sia in caso di necessità di soccorso sanitario (malori e traumatismi).Una differenza importante tra le attività del kayak e del raft è sicuramente il fatto che nella conduzione del raft vi è sempre una guida professionista che conduce il gruppo in sicurezza e che all’occorrenza intervenga in modo preparato sia sul soccorso acquatico che sanitario. 

Nelle discese in kayak, il conducente, spesso con ottime doti tecniche ma con scarse e disorganizzate abilità nel soccorso. Spesso poi durante la spedizione non è presente nemmeno un supporto di sicurezza (safety kayak). 

Si vedono oggi, grazie ai video amatoriali, esperienze varie di appassionati e di esperti che portano il loro contributo della loro esperienza filmando le loro imprese sportive e ricreative.

Questo fatto mi ha fatto riflettere vedendo situazioni potenzialmente pericolose, a volte molto fortuite.

È vero anche che affrontare un torrente più o meno impetuoso ( gradi di difficoltà del tratto d’acqua) risulta essere una situazione “adrenalinica” , “temeraria”.  

Qualcuno le definisce attività sportive del kayak e del raft attività estreme.

Definisco “estrema” una situazione dove il confine tra sicurezza e pericolo mantengono lo stesso equilibrio, ma dove il rischio potenziale, l’errore prevalgono rispetto allo svolgimento di una certa attività in sicurezza.

Un esempio pratico è la discesa fra le rapide con il kayak, spessissimo vi è il ribaltamento e la risoluzione del problema attraverso la manovra “eskimo” per ruotare tornando in sicurezza spesso con difficoltà viene ristabilita la tranquillità.  Potremmo ricondurre soprattutto per il kayak ad una attività “estrema” volgendo in questo caso verso l’imprudenza e incoscienza quando, viene vissuto senza una pianificazione dei pericoli e senza un adeguato servizio di assistenza e soccorso a garanzia della sicurezza, su situazioni reali o potenziali. Un oscillazione del confine, sicurezza-pericolo può fare la differenza fra lo scampato o l’incidente. Vedere lo stesso concetto di “estremo” riferito alla prestazione sportiva, significa la discesa in kayak su corsi d’acqua impegnativi utilizzando tutto il bagaglio tecnico per superare la prova di navigazione.   Entrambi i concetti, hanno in comune di base la conoscenza.
Ognuno di noi, decidendo di navigare su torrenti e fiumi, oltre ad avere bagaglio tecnico sulla navigazione, del mezzo e sulle abilità teoriche e pratiche sul soccorso fluviale e di primo soccorso sanitario, dovrebbe avere ben chiaro il concetto di prevenzione la quale deve avere come obiettivo misure volte al controllo dei fattori di rischio, onde impedire l’insorgenza o limitare le conseguenze più invalidanti causate da un incidente.  È chiaro che tutti i pericoli reali o potenziali dati dall’ambiente fluviale devono essere prevenuti, di conseguenza è importante che tutti gli sportivi, gli amatori debbano, insieme a tutti i professionisti, essere coinvolti attraverso buone pratiche. La partecipazione attiva di chi ha un ruolo primario nel campo della prevenzione e sicurezza degli incidenti in ambito fluviale, permette più facilmente di sensibilizzare tutta la popolazione interessata, elaborando un programma di educazione che coinvolga capillarmente tutta la popolazione bersaglio.  La scuola nazionale di soccorso fluviale e alluvionale Rescue Project attraverso tutte le sedi sparse sul territorio, da sempre ha cercato di trasmettere questi valori di prevenzione e sicurezza a partire dalle scuole con i ragazzi, le nuove generazioni.   Nell’ambito specifico della prevenzione, dobbiamo distinguere una prevenzione primaria ed una prevenzione secondaria. Per prevenzione primaria intendiamo la messa in atto di quelle misure tese a evitare l’insorgenza dell’incidente o del suo potenziale. Si basa principalmente sul controllo dei fattori di rischio.  

       safety kayak  

 Neutralizzando gli effetti o rimuovendo i diversi fattori di rischio, si può impedire che l’infortunio o insorga. Per quanto riguarda il mondo sportivo del kaiak e raft, la prevenzione primaria deve guardare a una migliore conoscenza dei rischi inerenti a queste attività.   Per prevenzione secondaria, invece, intendiamo l’identificazione dell’incidente o dell’infortunio in fase precoce.  L’addestramento continuo di tutte le forze in campo tra cui gli sportivi e gli amatori che fruiscono di questa attività e il personale addetto al soccorso e alla sicurezza, permette di sviluppare al meglio una prevenzione secondaria specialmente se l’interazione è in modalità condivisa.

Le misure preventive vanno pertanto distinte in tre categorie:

Prima Categoria : Misure di modifica dell’atteggiamento, con campagne di sensibilizzazione:

Si mostrerà utile:

  • avere maggiore consapevolezza della sicurezza in ambito fluviale;
  • sensibilizzare tutte le persone che svolgono attività di kayak e raft sui principali rischi di infortunio;
  • aumentare la consapevolezza sui rischi e sui luoghi maggiormente a rischio attraverso la conoscenza approfondita della morfologia e del moto torrentizio e fluviale;
  • obbligo del possesso dell’uso dei DPI e di sicurezza periodicamente controllati;
  • approfondire nozioni di fluidodinamica e orografia fluviale

Seconda Categoria: Misure di modifica del comportamento, con interventi educativi di istruzione e addestramento

Sarà opportuno sviluppare:
  • programmi educativi su come comportarsi in ambiente torrentizio e fluviae;
  • avviamento alla cultura della sicurezza a partire dalle scuole elementari (4-5 anno);
  • workshop specifici sulla sicurezza per gli operatori che si occupano di sicurezza acquatica;
  • workshop specifici sulla navigazione fluviale per appassionati e sportivi;
  • valutazione dei rischi di incidente nelle varie ipotesi;
  • percorsi di primo soccorso e tecniche di rianimazione;
  • gestione della vittima da incidente in ambiente impervio e ostile;
  • percorsi di soccorso fluviale;
  • conoscenza e uso corretto dei dispositivi di protezione individuale e di soccorso;

Terza Categoria: Modifiche strutturali che riguardano cambiamenti ambientali e regolamentazione

Le variazioni devono riguardare.

  • modifica del design delle cartine geografiche/orografiche (per es. segnali per delimitare le aree di maggior pericolo e attenzione);
  • segnaletica fissa a livello fluviale verso pericoli fissi;
  • l’armonizzazione dei segnali di avviso e di pericolo;
  • presenza a ogni discesa del safety kaiak per la sicurezza dei discesisti;
  • presenza di soccorritori fluviali nei tratti fluviali a maggior rischio a partire dai tratti fluviali 4 grado di difficoltà;
  • l’uso obbligatorio di appropriati dispositivi di protezione individuale (DPI);
  • tutti i fruitori delle attività fluviali, a vari livelli, possono essere di supporto nella definizione della questione sicurezza e prevenzione, in particolar modo:

 

  1. descrivendo le dimensioni del problema attraverso la raccolta dei dati sugli incidenti occorsi a se stessi o testimoniati e la morbilità;
  2. impegnandosi nella ricerca per identificare fattori di rischio, misure preventive e misure di esposizione;

 

Articolo Scritto da Alessio Baghin responsabile Salvamento Academy Infermiere esperto di elisoccorso e di medicina dell'emergenza e Tecnico soccorritore fluviale Rescue Project. Alessio per la scuola rescue project sta sviluppando assieme a tutto il tema il BLS-D in ambienti impervi e gestisce la formazione istruttori di pronto soccorso.

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