F: "Papà, voglio fare la guida rafting?"
P: "Figlio mio ma non potresti fare come gli altri che vanno a rubare onestamente".
Ovviamente sto scherzando, però oggi vorrei parlare della guida rafting.
La guida rafting.
Personalmente, vedo 2 tipi di guide.
La persona che sale su un raft dotato di capacità più o meno sufficienti, che accompagna altre persone in acqua che chiameremo il "figo" ...
Poi c'è la guida rafting con una buona attitudine professionale e che accompagna persone in fiume con sicurezza, serietà e professionalità.
Il figo: colui che una volta conseguito "il brevetto" non ha più bisogno di aggiornamenti, quello che sa tutto, quello che "siccome ha sempre fatto così, vuole dire che va bene"
Il figo: quello che se va in acqua con i pantaloncini corti maglietta o a petto nudo viene visto come il re del fiume
Il figo è colui che se cappotta è colpa dei clienti, dell'acqua troppo acqua, del sasso che si è spostato.
Il figo non ha bisogno di saper nuotare bene o di sapere le manovre di soccorso perchè tanto a lui non succede.
Il figo non ha bisogno né della corda da lancio ne tanto meno delle scarpe o coltello. Il figo è come l'I-phone, si aggiorna automaticamente sul soccorso. Va a dormire la sera tardi e la mattina si sveglia aggiornato e quello che non sa non serve!!
E se gli si dimostra che in realtà non è così bravo... passi pure da stupido.
Il figo può non tagliare piante pericolose in fiume e non fare i giri di perlustrazione ad inizio stagione perché a lui le piante non danno fastidio.
Il figo: può non fare palestra, può non curare l'aspetto di forma fisica, può fare festa la sera e la mattina essere perfetto, può fumare di tutto anche le sigarette che fanno divertire, perchè è un figo e ovviamente lui lo può fare. In fiume e fuori può fare quello che vuole perchè è così!
Ma la cosa bella è che il figo viene visto davvero come il figo della situazione. Dove più festa fa e più entra in acqua svestito più viene considerato come la top guide.
Ovviamente il figo vuole essere pagato cash perchè non crede nelle tasse, pur volendosi far chiamare "freelance".
Il figo più ha il salvagente rotto e attrezzatura messa male più fa il brillante perchè è sinonimo di esperienza e serietà; sorride a tutti, fratello di tutti ma ucciderebbe sua madre per una discesa in più.
Ovviamente i clienti in gommone con lui devono essere grati di scendere con un fenomeno.
Chiaramente il Figo può non dare l'attrezzatura ai propri clienti, può non essere puntuale, può non caricare i raft e sopratutto il figo è stato proclamato tuttologo, sa tutto e non è mai colpa sua.
Poi c'è il diversamente furbo. La guida rafting.
Lui non è visto molto bene.
40° sotto il sole gira con la sua muta stagna non tanto perchè non è bravo ma perchè vuole prestare assistenza nel caso succedesse qualcosa.
Paga di tasca sua la formazione e va ovunque possa imparare qualcosa. Si fa mille domande e più impara più ha paura.
Delle patacche non se ne fa niente e sopratutto non sono le patacche che certificano competenza e serietà. Sono il percorso, e più è difficile e serio più se lo gusta.
Pretende professionalità da parte dei formatori e vuole il massimo sotto tutti i profili.
Si allena, corre, mangia bene, va in palestra va in acqua e ha sempre paura di non essere all'altezza. Cerca di avere materiale sempre in regola non solo perchè lo dice la federazione ma perchè ci crede. Ovviamente tutto questo ha un costo perchè allenandosi in fiume e lavorando in un certo modo il materiale dura poco.
In fiume pretende serietà e gli girano le scatole lavorare con i fighi.
Non vuole compromessi e se deve dire una cosa la dice senza tanti giri di parole. Dice le cose come stanno a discapito della simpatia. Crede che le chiacchiere stiano a zero e se c'è da parlare si parla in acqua.
La guida rafting arriva puntuale uno di quelli che cerca di fare un lavoro perfetto, mette a tutti a loro agio.
La sua esperienza non è mai abbastanza.
E' uno sfigato perchè paga le tasse e anche se questa non è una professione ufficialmente riconosciuta, lui lavora come se lo fosse, fuori e dentro l'acqua.
E' uno di quelli che prima di diventare guida rafting si fa un mazzo tanto si fa un'esperienza incredibile e arriva all'esame solo perchè è pronto veramente e quindi l'esame è solo un passaggio formale.
La guida rafting ottiene una patacca da guida ma è solo un piccolo traguardo, da lì non si sente arrivato ma anzi da lì vuole incominciare a crescere.
Questo poveretto se ad un cliente gli si sbuccia un ginocchio non dorme più la notte, si chiede perchè è successo e perchè non è riuscito ad evitarlo.
La guida rafting va in fiume anche se non è pagata, va in acqua perchè gli piace, non perchè è un lavoro. E' cresciuto in acqua come canoista o come atleta, ed è diventato guida perchè ama il fiume, e entra in acqua quando può. La guida rafting non è per sempre... saper risalire sul raft, sapere quando si è troppo stanchi, quando non si è in forma, quando c'è la giornata no. Tutto questo la guida rafting lo valuta e non si nasconde dietro all'esperienza ne tanto meno a "tanto non succede mai niente"
La guida rafting è colui che cerca di fare un lavoro in acqua dando al cliente il meglio sotto tutti i profili, sicurezza, tecnica simpatia, allegria e serietà.
La guida rafting è una persona che sa che il fiume non perdona, e cerca di dare il massimo e farsi trovare preparato.
Porta rispetto alle guide più esperte, e ruba da loro tutto quello che può rubare in termini di conoscenza...
La guida rafting tende ad essere troppo spesso sotto valutato, se poi ha un incidente gli altri lo deridono e gli dicono pure: hai visto che tutto il tuo sapere non è servito!!
Questo si trova a lavorare in condizioni spesso difficile fiume, bambini, colleghi clienti... Non è un lavoro facile ha anche delle soddisfazioni. Ma le soddisfazioni arrivano dopo essersi fatti il mazzo e solo quando si rispetta quello che si fa.
Gli incidenti accadono è la legge dei numeri... Stando in acqua 12 ore al giorno tutti i giorni lavorando su fiumi difficili le cose possono accadere. Arrivarci preparati, forse potrà aiutare a risolvere dal 70% al 90% delle situazioni di emergenza. Rimarrà quel 10% che ogni tanto si risolve con la forza, con l'aiuto di tutti, con la famosa botta di culo.
Ma prima o poi i conti vanno fatti... Se si arriva non preparati vestiti da spiaggia e non per il fiume, la percentuale di successo si ridurrà davvero di molto.
E anche se si farà tutto bene o quasi, come esiste la botta di culo esiste anche la botta di sfiga. Un errore di valutazione, un colpo di pagaiata non data, un cliente che di cade a monte del passaggio difficile. Ci si allena per imparare a non dover dare sull'avanti, ci si allena per poter risalire sul raft, ma capita e capiterà che non si riuscirà a fare tutto bene. Solo chi non tira i calci di rigore non li sbaglia.
Per questo motivo credo che l'importante sia arrivare preparati fisicamente e mentalmente. Sapere fino a dove si può arrivare anche se non sempre è facile. Non cadere nell'abitudine delle cose sottovalutando il fiume e le rapide.
Avere la capacità di sapere che siamo su un contesto pericoloso dove siamo sempre tempo dipendenti.
Siamo l'ago della bilancia. Con le nostre scelte a volte impopolari e a volte le nostre scelte ci faranno evitare degli incidenti o mancati incidenti.
Ma nonostante tutto dobbiamo accettare che sia a noi che ai nostri clienti può succedere qualcosa. Come lo possiamo affrontare... non lo so ancora e spero di non scoprirlo mai. Posso solo dire che se proprio bisogna fare i conti è meglio farli con qualche carta da giocare.
Per dormire sereni e per accettare il fatto di aver commesso un errore o di aver fatto tutto il possibile per evitarlo. Per questo motivo si va in fiume vestiti bene, ci si porta il materiale necessario, ci si allena e si lavora in fiume come se ogni giorno ogni giro, si potesse cappottare o avere degli incidenti.
Si lavora cercando di migliorare, non sempre si fa tutto giusto, ogni tanto si fanno errori di valutazione e sempre dai piccoli errori miglioriamo.
Non si può abbattere il rischio più di tanto, possiamo però migliorare così tanto da essere almeno un po' più consapevoli della propria preparazione e lavorare in maniera tale da abbattere al minimo la possibilità di errore e di essere capaci di provare a gestirlo. E se sbagliamo essere pronti per ridurre più possibile l'effetto dell'errore con le nostre competenze, con un team affiatato e che viva il fiume nello stesso modo di come lo viviamo noi.
Un incidente è un qualcosa di tremendo è qualcosa che lacera, è qualcosa che ti segnerà per sempre. Sarà un danno per tutti dalla guida in primis, alla compagnia a tutto il mondo che condivide con te questo sport.
Solo chi vive il fiume in un certo modo sa che gli incidenti possono accadere. Si va avanti, non è facile, con i fantasmi; ad un certo punto bisogna incominciare a conviverci. Bisogna essere onesti con se stessi, accettare di aver sbagliato migliorare e andare avanti...
C'è chi si fa delle domande dopo gli incidenti e chi le domande se le fa prima per evitare gli incidenti.
C'è chi segue una linea fuori e dentro l'acqua. Bisogna sapere quando dare l'avanti, quando dare sul fondo e capire in anticipo quando si sta per sbagliare.
Ho imparato una cosa dopo tanti anni in fiume ed è questa: c'è la guida che ha sbagliato e la guida che deve ancora sbagliare.
La domanda è quando sbaglierai che tipo di guida vuoi essere? O meglio ancora, prima di sbagliare, che guida vuoi essere? Tutti ti possono insegnare a guidare un pezzo di gomma, Pochi ti possono insegnare la professionalità, serietà e attitudine al lavoro ma solo tu puoi decidere che tipo di guida vorrai diventare. Forse sarai fortunato a trovare esempi positivi o forse no... forse troverai percorsi più o meno facili, forse avrai la botta di culo di passare un esame... ma la patacca non fa una guida, tanto meno un uomo...
Con queste righe voglio solo dirti che nel casino sarai da solo .... CERCA DI ESSERE IL TUO MIRACOLO, lavorando negli anni per diventare qualcosa di più di uno che tiene in mano una pagaia e scende il fiume nella speranza che non accada mai niente.